Ecommerce in Italia
L’e-commerce business to consumer in Italia sembra non conoscere la crisi dei consumi. Quest’anno dovrebbe riuscire a mettere a segno una crescita intorno al 20%, raggiungendo i 23,4 miliardi di valore. Se questa previsione verrà rispettata, sarà il miglior incremento dal 2010, sfiorando di poco il raddoppio rispetto ai 12,6 miliardi del 2013. È lo scenario che Netcomm, il Consorzio del commercio elettronico italiano, illustrerà oggi pomeriggio a Milano, in occasione della presentazione dei trend che nel 2017 scandiranno il settore.
Nonostante il calo delle vendite al dettaglio (-0,5%) registrato dall’Istat a dicembre e il dato sostanzialmente stabile con cui si è archiviato il 2016 (+0,1%), quest’anno a dare la spinta agli acquisti online sarà non solo la ripresina del Pil (+0,9% la crescita attesa da Bankitalia), ma la maggior propensione delle famiglie italiane a fare shopping online: sono in aumento sia il numero degli acquirenti che la frequenza e lo scontrino medio.
«Il numero degli acquirenti online è cresciuto dal 2014 al 2016 del 26%, ma ancora maggiore è stato l’incremento del valore del mercato e-comm, che nello stesso periodo è aumentato di oltre un terzo – sottolinea Roberto Liscia, presidente di Netcomm ed Executive board member di Ecommerce Europe – . Anche per quest’anno prevediamo un forte sviluppo del comparto, in cui la multicanalità giocherà un ruolo chiave insieme alle vendite in mobilità e allo sviluppo di modelli di interazione tra negozio fisico e canali digitali».
Quelli che fino a pochi mesi fa sono stati dei comparti di nicchia, quest’anno dovrebbero mettere a segno le migliori performance di crescita, intorno al 30% o più, proprio grazie alle iniziative di interazione tra canale fisico e online a cui le insegne stanno lavorando. Si tratta dell’arredamento con i suoi complementi, dell’abbigliamento, delle calzature e degli accessori per la persona, oltre ai prodotti alimentari e a quelli del largo consumo confezionato. Già oggi una catena su quattro tra quelle attive nell’e-commerce offre le prenotazioni online e il ritiro degli acquisti nello store fisico, mentre il 12% consente il reso.
Indubbiamente i viaggi e le vacanze non perdono il loro ruolo trainante, ma nel periodo 2015-2017 vedono rallentare (+10%) la loro crescita. Meglio faranno i prodotti dell’elettronica di consumo e l’hi-tech (+28%), mentre l’editoria si avvicinerà agli 800 milioni di valore delle vendite. L’altro caposaldo dell’e-comm sono le assicurazioni, la cui crescita invece subisce una battuta d’arresto.
Se finora l’offerta ha avuto come protagonisti i pesi massimi dell’e-commerce Usa ed europeo, negli ultimi tempi sta diventando sempre più strutturata la presenza delle imprese italiane, che cercano di utilizzare l’online in chiave strategica. L’obiettivo è raggiungere anche i mercati esteri, dove il made in Italy ha un plusvalore riconosciuto. Invece per i milioni di e-shopper italiani Liscia presenta la prossima «Crazy web shopping», la “notte bianca” dello shopping online che si svolgerà tra il 22 e il 23 giugno: in quell’occasione i merchant aderenti all’iniziativa offriranno sconti e offerte speciali.
Dei quasi 21 milioni di acquirenti online attivi in Italia ci sono quasi 16 milioni (+25% nell’ultimo anno) di persone che nell’ultimo trimestre 2016 sono classificabili come clienti abituali delle vetrine online. Ciascuno ha fatto in media non meno di tre acquisti nel periodo con uno scontrino che supera di poco, in media, i cento euro. Sono loro che generano il 94% delle vendite B2C. Gli altri 4,7 milioni di consumatori rientrano tra i clienti sporadici, che ogni tre mesi fanno uno o due acquisti, spendendo poco meno di 100 euro. Il vero motore degli acquisti è sempre più lo smartphone, grazie alle app offerte dai merchant. A fine 2016 un acquisto su sei (+80%) è stato realizzato con questo dispositivo, mentre resiste il tablet, utilizzato in quasi l’8% dei casi. La quota restante, infine, è appannaggio del classico pc.
“Dal sole24ore”